L’ultimo Rapporto PiT Salute di Cittadinanzattiva conferma che sono sempre di più le segnalazioni di cittadini che denunciano di non poter accedere ai servizi sanitari e le note dolenti restano le liste di attesa e i costi a carico dei cittadini stessi, senza dimenticare l’aumento delle problematiche relative all’assistenza territoriale.
Sono sempre più numerose le segnalazioni di cittadini che denunciano di non poter accedere ai servizi sanitari; le liste di attesa si allungano; i costi a carico dei cittadini crescono; aumentano le problematiche relative all’assistenza territoriale; diminuiscono, invece, le segnalazioni di presunti errori medici e i disagi legati al riconoscimento dell’invalidità civile e dell’handicap.
È quanto emerge in estrema sintesi dal Rapporto PiT Salute di Cittadinanzattiva, giunto alla XXI edizione, dal titolo “Tra attese e costi, il futuro della salute in gioco”, dove le informazioni presentate fanno riferimento all’analisi di 20.163 contatti gestiti, fra gennaio e dicembre 2017, dal PiT (Programma integrato di Tutela) Salute della sede nazionale, dalle sedi del Tribunale per i diritti del malato presenti sul territorio nazionale e dai servizi PiT Salute locali.
“L’equilibrio economico consolidato dal Servizio Sanitario Nazionale e le difficoltà che ci segnalano i cittadini– ha dichiarato Tonino Aceti Coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva – indicano chiaramente che la traiettoria delle politiche sanitarie pubbliche deve essere quella di garantire maggiore accessibilità ai servizi sanitari, riducendo tempi di attesa e costi legati soprattutto a livelli di ticket ampiamente superiori al costo di alcune prestazioni svolte in regime privato”.
Costi a carico dei cittadini: in aumento quelli per farmaci e prestazioni in intramoenia Il peso economico dei ticket resta la prima voce in questo ambito. Crescono quelle relative al costo dei farmaci e delle prestazioni in intramoenia (rispettivamente del +4,4% e del +1,6%).
L’accesso alle visite e agli esami e il costo dei farmaci restano dunque per molti cittadini ancora un problema di natura economica, soprattutto per chi non ha facilitazioni quali esenzioni per reddito (come nel caso degli inoccupati) o per patologia (perché non riconosciuta formalmente o durante il percorso di accertamento della diagnosi).
Crescono le liste di attesa, soprattutto per interventi chirurgici e per chemio e radioterapia: a denunciarle oltre la metà dei cittadini (56% nel 2017, era il 54% nel 2016). Si attende soprattutto per le visite specialistiche (39%) e per gli interventi di chirurgia (30%); seguono le liste di attesa per gli esami diagnostici (20,8%) e infine anche per la chemio e radioterapia che arrivano al 10% e fanno registrare un aumento del 100% rispetto all’anno precedente.
Assistenza
Circa il 15% dei cittadini segnala carenze nell’assistenza territoriale, in particolare incontrano difficoltà nell’assistenza primaria di base, ossia quella erogata da medici di famiglia, pediatri e guardie mediche: si segnala il rifiuto delle prescrizioni (30,6%), l’inadeguatezza degli orari (20,7%), la sottostima del problema segnalato dal paziente (15,6%).
Seconda voce è quella dell’assistenza residenziale, per la quale i cittadini lamentano i costi eccessivi (35%), la scarsa assistenza medico-infermieristica (28,9%), le lunghe liste di attesa (24,6%).
Scarsa qualità del servizio, carenza di strutture e di posti letto sono invece i problemi indicati come prioritari per la riabilitazione in ricovero (50,3%), domiciliare (26,9%) e ambulatoriale (23,7%). In particolare, per i servizi di riabilitazione a domicilio, le persone lamentano disagi nella erogazione del servizio (58,7%) e ore insufficienti (41,3%).
In tema di assistenza domiciliare, un terzo circa dei cittadini segnala problemi di informazione e di eccessiva burocrazia, mentre circa il 14% lamenta l’inesistenza del servizio sul proprio territorio.
Chi ne risente di più sono adulti con gravi disabilità (47.3%), anziani appena operati o dimessi (27,7%), malati cronici (18%) e bambini con disabilità (7%).
Invalidità ed handicap
Pur in calo rispetto allo scorso anno, le segnalazioni inerenti l’invalidità civile (12,2%) evidenziano come sempre la lentezza dell’iter burocratico (50,5%), a seguire l’esito negativo degli accertamenti (26,7%) e i lunghi tempi per l’erogazione dei benefici e delle agevolazioni (16,6%). Per la convocazione a prima visita si può attendere fino a 7 mesi e mezzo, per la ricezione del verbale fino a 9 mesi e mezzo e per la erogazione dei benefici economici anche 12 mesi. In media per tutto l’iter il cittadino attende 12 mesi.
Presunta malpractice e sicurezza delle cure
Come già emerso negli anni precedenti, diminuiscono ancora le segnalazioni di presunti errori nella pratica medica ed assistenziale: nel 2017 si arriva al 9,8% rispetto al 13,3% del 2016. Per circa il 46% si tratta di presunti errori di diagnosi e terapie. Per la diagnosi le prime tre aree segnalate sono quelle dell’oncologia (20,5%), dell’ortopedia (15,8%) e della ginecologia ed ostetricia (11,7%). Per gli errori terapeutici invece le prime tre aree sono: ortopedia (21%), chirurgia generale (13,5%), ginecologia ed ostetricia (11,5%).
Preoccupa l’incremento di segnalazioni sulle cattive condizioni delle strutture che salgono dal 30,4% al 33,4%. In particolare, i cittadini denunciano macchinari obsoleti o rotti, ambienti fatiscenti, scarsa igiene nei bagni o negli spazi comuni. Un trend in aumento negli anni è quello relativo alle infezioni contratte in ambiente sanitario (4,9%).
Assistenza ospedaliera e mobilità
Le segnalazioni su assistenza ospedaliera e mobilità sanitaria rappresentano il 9% del totale. In particolare, in tema di assistenza ospedaliera che raccoglie l’86% delle lamentale, i cittadini denunciano le carenze della rete di emergenza-urgenza, per le lunghe attese al Pronto soccorso (44,4%), la scarsa trasparenza nell’assegnazione del triage (36,2%), e la richiesta di ticket (9,1%).
Seconda voce è quella della mobilità sanitaria (14%), per la quale le persone incontrano problemi relativi ai rimborsi spesa per le cure fuori regione o in altri Paesi europei o anche la mancata autorizzazione da parte della ASL.
Farmaci
Si attestano al 3,4% i contatti relativi a problemi nell’accesso ai farmaci. In testa le difficoltà nell’accesso ai farmaci innovativi per l’epatite C (30,4% ma in netto calo rispetto al 44,4% del 2016); seguono, in aumento, le segnalazioni per i farmaci non disponibili (28,2%) e quelle riguardanti la spesa privata per i farmaci (20,4%), compresi quelli per i quali l’accesso è regolato da nota limitativa (6,4%). Difficoltà in aumento anche per i farmaci con piano terapeutico (5,4%) e off label (4,6%). Le aree cliniche più interessate dai problemi di accesso ai farmaci sono l’epatologia (28,2%), l’oncologia (10,7%), l’oculistica (10,6%) e la n