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Green City: le città italiane sono in ritardo e presentano zone d’ombra

Green City

La sessione tematica degli Stati Generali della Green Economy dedicata alle Green City ha evidenziato che, nonostante alcune punte di eccellenza, le città italiane presentano ancora molte zone d’ombra nell’abusivismo edilizio, nel consumo di suolo, nella scarsa attenzione e promozione del verde pubblico, nella mobilità “insostenibile”.

Le città italiane sono in ritardo sulla strada green: è quanto emerso dalla sessione tematica di approfondimento e consultazione dal titolo: “Le città, laboratori della green economy”, svoltasi nell’ambito degli Stati Generali della Green Economy (Fiera di Rimini, 6-7 novembre 2018), nel corso della quale istituzioni, sindacati, regioni e società civile, in collaborazione con Green City Network, si sono confrontati sul focus dedicato e contenuto all’interno della Relazione 2018 sulla Green economy in Italia, presentando casi-studio di città italiane e internazionali e indicando le buone pratiche “green” che tutte le città dovrebbero adottare per facilitare la loro evoluzione verso città sostenibili

In occasione della prima Conferenza Nazionale delle Green City (Bologna, 28 settembre 2018), Green City Network aveva presentato le Linee Guida per le Green City, un pacchetto di misure unitarie e coerenti articolate, suddivise in 4 obiettivi generali (assicurare un’elevata qualità ambientale, utilizzare le risorse in modo efficiente e circolare, adottare misure per contrastare il cambiamento climatico, promuovere l’eco-innovazione, la green economy e il miglioramento della governance) che comprendono 15 linee guida supportate da misure concrete per realizzare la “rivoluzione verde” delle città.

L’azione principale che dobbiamo intraprendere per la dimensione delle green city che ad oggi rappresentano una realtà tutta da costruire – ha sottolineato Fabrizio Tucci, Coordinatore del Gruppo di lavoro nazionale degli Esperti del Green City Network, nato nel 2018 e promosso dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giuliaè fare propria la frase di Antoine de Saint-Exupéry ‘l’importante non è prevedere il futuro ma renderlo possibile’. Ma, perché cominciare proprio dalle città? 4 miliardi di abitanti su 7 vivono nelle città. Esse producono l’85% del PIL mondiale; erodono il 75% delle risorse; più dell’80% dei suoli sono sigillati in modo impermeabile ed infine perdono il 40% dell’acqua prima di essere utilizzata. Questi sono solo alcuni dei numeri che rendono quanto mai necessario ed impellente, intervenire”.

A Rimini è emerso che, nonostante alcune punte di eccellenza, come negli interventi di efficienza energetica e nella manutenzione degli edifici, le città italiane evidenziano ancora molte zone d’ombra nell’abusivismo edilizio, nel consumo di suolo, nello scarsa attenzione e promozione del verde pubblico, nella mobilità “insostenibile”.

Abusivismo edilizio
In diverse città italiane è ancora rilevante la piaga dell’abusivismo edilizio, aumentato dal 2005 e il 2015 da 11,9 a 19,4, nel 2017. In particolare al Sud e nelle Isole resta molto alto: nel 2017, ha raggiunto il valore di circa il 50% (ogni due abitazioni legali se ne costruisce una abusiva) a fronte del 5,5% nel Nord-Est.

Consumo suolo
Il consumo di suolo, con copertura artificiale e impermeabilizzazione, in Italia continua a crescere. I primi 55 comuni meno virtuosi si trovano in Lombardia e Campania (prevalentemente nelle province di Napoli e Milano) con percentuali di suolo consumato maggiori del 55% rispetto alla superficie comunale. I valori più alti di superficie consumata si riscontrano a Roma (31.697 ettari), con una crescita di ulteriori 36 ettari nel 2017 (lo 0,11% in più) e in molti comuni capoluogo di provincia: Milano (10.439 ettari, 19 in più nel 2017), Torino (8.546, solo 0,2 in più), Napoli (7.423 con lo 6,6% in più), Venezia (7.216 con il 37,4% in più). In termini assoluti, il 71% del maggiore consumo di suolo tra il 2016 e il 2017 è avvenuto nei comuni minori con una popolazione inferiore ai 20.000 abitanti.

Verde pubblico
Pur con alcune importanti eccezioni, il verde pubblico nelle città presenta generalmente valori bassi: intorno al 5%, in ben 96 dei 119 Comuni capoluogo di provincia. Tra il 2011 e il 2016 lo scenario risulta essere nel complesso negativo, con una diminuzione delle aree a verde pubblico.

Mobilità
Nel 2017 solo in 8 città capoluogo italiane gli spostamenti con il trasporto pubblico, a piedi e in bicicletta superano il 50% (Bolzano, Bologna, Ferrara, Firenze, Milano, Pisa, Torino e Venezia). A livello europeo Roma è la città con la maggiore percentuale di spostamenti fatti con mezzi privati (ben il 65%) a fronte del 15,80% di Parigi, il 26% di Madrid, il 30% di Berlino e il 37% di Londra.

Smog
L’Italia è il Paese europeo con il più alto numero di decessi prematuri per l’inquinamento dell’aria: nel 2016 il valore limite europeo per il PM10 è stato superato in 33 aree urbane, per la gran parte localizzate al Nord, e l’82% della popolazione risulta esposta a livelli medi annuali superiori al valore guida per il PM10 (20 μg/m³) indicati dall’OMS.

Rifiuti
Dall’analisi condotta a livello provinciale si vede come delle 32 province con livelli di raccolta differenziata al di sopra del target del 65%, 25 sono localizzate nel Nord Italia, solo 2 al Centro e 5 nel Sud. I maggiori livelli di raccolta differenziata si rilevano a Treviso (oltre l’87%) Belluno e Pordenone (circa 84%), Tortoli e Mantova (83%).

Costruzioni
Nel 2015 in Italia dei 166,2 miliardi di euro di investimenti in abitazioni, 119 miliardi (pari al 73,1%) sono relativi alla manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio esistente, mentre le nuove costruzioni sono pari solo al 26% della produzione. L’attività di manutenzione straordinaria è passata dai 77,4 miliardi di euro del 2007 agli 85,7 del 2016, ed è grande due volte il mercato delle nuove costruzioni.

Acqua
In Italia la situazione delle perdite delle reti idriche, per i 116 capoluoghi di Provincia analizzati, è ancora molto critica, con una media del 38,2% di acqua immessa in rete che non arriva all’utenza.

Energia
I risparmi energetici conseguiti dagli interventi di efficienza energetica, attivati dalle detrazioni fiscali relativi al periodo 2007- 2016, sono pari a 430 ktep/anno; gli investimenti attivati nel triennio ammontano a circa 9,5 miliardi di euro e l’ammontare complessivo di investimenti attivati nel 2016 è stato pari a oltre 3,3 miliardi, 7% in più rispetto al 2015.

Clima
Il 66% delle città europee analizzate ha realizzato almeno un Piano per il clima, ma solo il 26% ha realizzato un piano di adattamento, il 17% un piano congiunto per la mitigazione e l’adattamento, mentre il 33% non ha nessun piano locale per il clima.

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