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Acque reflue: il punto sulle infrazioni europee per mancata depurazione

Acque reflue

Mentre a ECOMONDO si è fatto un primo bilancio della attività della Struttura Commissariale per gli interventi sulle acque reflue, funzionali a garantire l’adeguamento alle sentenze di condanna della Corte di giustizia dell’UE che ci costano multe milionarie, la Commissione UE ha messo in mora l’Italia per l’insufficiente protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole.

Alla XXII edizione di ECOMONDO (Fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile) che si è chiusa alla Fiera di Rimini il 9 novembre 2018, nell’ambito della sezione “Global Water Expo”, dedicata a tutte le fasi della filiera del ciclo idrico integrato delle acque, dalla captazione alla restituzione all´ambiente, si è svolto il Convegno “Acque reflue urbane e infrazioni europee: il ruolo e le attività del Commissario Straordinario Unico per la depurazione”, organizzato dal Comitato Tecnico Scientifico di ECOMONDO, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e Commissario Straordinario Unico per la Depurazione.

Obiettivo dell’evento era di fare un primo bilancio sul lavoro svolto dalla struttura commissariale e insieme una panoramica complessiva sulle infrazioni che riguardano il sistema di fognatura, collettamento e depurazione delle acque in Italia, dopo le due procedure d’infrazione (C-565.10 e C-85.13) che chiedono centinaia di interventi per importi già stanziati per 1,8 miliardi di euro, da svolgersi prevalentemente in Sicilia, Calabria e Campania, oggetto di condanna della Corte di Giustizia europea. Da giugno 2018 è partita anche la data delle sanzioni, circa 60 milioni di euro per ogni anno di ritardo.

Con DPCM del 26 aprile 2017, Enrico Rolle, già Professore Ordinario in Ingegneria Sanitaria-Ambientale presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Roma prima di assumere di consulenza e assistenza al MATTM, è stato nominato a Commissario straordinario unico per il coordinamento e la realizzazione degli interventi funzionali a garantire l’adeguamento, nel minor tempo possibile, alle sentenze di condanna  della Corte di Giustizia dell’Unione europea.

A giugno dello scorso anno siamo partiti da una situazione estremamente complicata, con progetti bloccati e grandi difficoltà di programmazione – ha affermato il Prof. Rolle che ha presieduto il Convegno – Giorno dopo giorno però stiamo conquistando terreno, miglioriamo la qualità dell’ambiente ed evitiamo l’inquinamento delle acque. Abbiamo sbloccato ogni situazione ferma, chiuso alcuni cantieri e realizzato progetti di qualità. Per la procedura su cui paghiamo sanzioni all’Europa ci restano da sanare oltre 80 agglomerati, la maggior parte in Sicilia, che ci costano poco meno di cinque milioni di euro ogni mese. Secondo il nostro cronoprogramma l’ultimo agglomerato delle due procedure a noi affidate verrà regolarizzato progressivamente entro 5 anni, nel secondo semestre del 2023”.

Gravano, inoltre, sull’Italia altre due procedure di infrazione con oltre 150 interventi. La prima ha avviato il suo iter nel 2014, la seconda nel 2017, che questa volta riguardano molte altre regioni italiane se, come pare, arriveranno alla fine del loro iter.

È in arrivo un intervento legislativo che porterà in capo al Commissario anche le due nuove procedure d’infrazione che riguardano la depurazione in Italia, per oltre mille interventi – ha annunciato Rolle – Serve contestualmente rafforzare i poteri e la struttura del Commissario”.

Sarebbe opportuno individuare d’intesa con l’ANAC alcune deroghe per accelerare gli interventi – ha spiegato il Commissario – In particolare sono troppo lunghi i tempi delle VIA regionali nel rilascio dei pareri: è un problema del Mezzogiorno ma non solo, vorremmo avvalerci per le istruttorie della Commissione di valutazione ambientale nazionale. Le risorse oggi ci sono ma da qui a qualche anno emergeranno ulteriori esigenze”.

Oggi, inoltre, non sono previsti incentivi per trasferire personale delle PA con competenze utili al nostro lavoro – ha aggiunto Rolle – Riteniamo importante infine il tema del trasferimento degli impianti per assicurare continuità nella gestione. L’intervento legislativo sul provvedimento istitutivo del Commissario che il Governo sta studiando punta a risolvere molte di queste criticità”.

Nel corso del convegno, sono state affrontate nel dettaglio le situazioni ed è stato dato spazio alle best practice sia del Nord che del Sud Italia.

Appena il giorno seguente all’evento di ECOMONDO, nel suo Pacchetto di infrazioni del mese di novembre, la Commissione UE ha messo in mora l’Italia per l’insufficiente protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole.

La legislazione dell’UE sui nitrati è una delle pietre miliari della normativa europea sulle acque, che ha lo scopo di ridurre l’inquinamento idrico causato o indotto dai nitrati provenienti da fonti agricole e di prevenire un ulteriore inquinamento – si legge nella motivazione – Per conseguire tale obiettivo, la direttiva sui prevede diverse azioni e misure che gli Stati membri devono elaborare e attuare, tra cui il monitoraggio delle acque, la designazione delle zone vulnerabili ai nitrati e l’istituzione di codici di buone pratiche agricole e programmi d’azione. L’Italia non ha designato le zone vulnerabili ai nitrati, non ha monitorato le proprie acque e non ha adottato misure supplementari in una serie di regioni interessate dall’inquinamento da nitrati”.

È chiaro che è giunto il momento di trasformare i problemi in opportunità, riqualificando o costruendo nuovi impianti di depurazione e facendoli diventare luoghi di produzione, perché nell’economia circolare le acque depurate e la materia organica possono essere riutilizzate in una catena di valore.

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