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WEO 2018: uno sforzo senza precedenti per gli obiettivi climatici

WEO 2018: uno sforzo senza precedenti per gli obiettivi climatici

Le previsioni del WEO 2018 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia evidenziano che le infrastrutture energetiche mondiali rappresenteranno al 2040 circa il 95% di tutte le emissioni concesse nell’ambito degli obiettivi climatici e le rinnovabili da sole non saranno in grado di sovvertire tale scenario senza un impegno globale dei Governi concertato e immediato.

La pubblicazione di punta dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), il “World Energy Outlook “ (WEO), attraverso le proiezioni dei trend energetici al 2040, offre un’analisi esaustiva di come la trasformazione del settore energetico potrebbe realizzarsisecondo differenti scenari.

Ogni anno responsabili politici e esperti del settore energetico ne analizzano i contenuti per decidere quale percorso seguire o cogliere le tendenze sul futuro delle imprese energetiche.

Anche il WEO 2018 (la sintesi in italiano) non delude le aspettative e con le proiezioni accompagnate da approfondite analisi del loro impatto sui settori e sugli investimenti energetici, così come delle implicazioni che ne derivano in materia di sicurezza energetica e ambientale, si possono rinvenire previsioni sulla futura domanda di petrolio, sul mercato dell’auto elettriche, sulla crescita del carbone e sul boom del fotovoltaico.

Il Rapporto sottolinea che per il settore energetico globale sono in corso importanti trasformazioni: dalla crescente elettrificazione all’espansione delle rinnovabili, agli sconvolgimenti nella produzione di petrolio e alla globalizzazione dei mercati del gas naturale. In tutte le regioni e per tutte le tipologie di combustibili, le scelte politiche fatte dai Governi determineranno la forma del sistema energetico del futuro.

L’ analisi basata sullo scenario Politiche esistenti (Current Policies Scenario) ovvero quelle praticate fino alla metà del 2018, senza tener conto degli obiettivi dichiarati e non realizzati da parte dei Governi di tutto il mondo, evidenzia che petrolio, carbone e gas rimangono centrali nell’odierno sistema energetico globale, con il livello di produzione dei combustibili fossili che scenderebbe dal 79% (2025) al 78% (2040).
Mentre la geografia del consumo di energia continua il suo spostamento storico verso l’Asia, sottolinea il Rapporto, ci sono segnali contrastanti sul ritmo e sulla direzione del cambiamento. I mercati petroliferi, per esempio, stanno entrando in un periodo di rinnovata incertezza e volatilità, compreso un possibile divario di offerta nei primi anni del 2020. La domanda di gas naturale è in aumento, cancellando l’ipotesi di un eccesso dal momento che la Cina sta emergendo come il primo consumatore mondiale. Il solare fotovoltaico sta andando avanti a passo di carica, ma le altre tecnologie a basse emissioni di carbonio e in particolare le politiche di efficienza energetica, abbisognano di una grande spinta.

Se non ci sarà alcun cambiamento nelle politiche, in questo scenario sono previste crescenti tensioni su tutti i settori della sicurezza energetica e un ulteriore aumento delle emissioni di CO2 correlate all’energia.

In ogni caso, secondo l’Agenzia i Governi avranno un’influenza critica nella direzione del futuro sistema energetico.

In base alle politiche attuali e pianificate, modellate nello scenario Nuove Politiche” (New Policies Scenario), che delinea la traiettoria che il sistema energetico seguirebbe in base alle politiche esistenti e a quelle contenute nell’Accordo di Parigi, allo scopo di fornire ai decision-makers le informazioni adeguate per conseguire un risultato ottimale, la domanda di energia è destinata a crescere di oltre il 25% fino al 2040, richiedendo oltre 2 miliardi di dollari l’anno di investimenti in nuove forniture energetiche, per effetto dell’aumento dei redditi e della popolazione, principalmente nelle aree urbane delle economie emergenti.

La nostra analisi mostra che oltre il 70% degli investimenti energetici globali saranno indirizzati dai Governi e questo offre un messaggio molto chiaro: il destino energetico mondiale dipende dalle decisioni dei Governi – ha affermato alla presentazione del Rapporto il Direttore esecutivo della IEA, Fatih Birol – Elaborare politiche giuste e incentivi adeguati sarà fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi comuni di assicurare gli approvvigionamenti energetici, ridurre le emissioni di carbonio, migliorare la qualità dell’aria nei centri urbani ed espandere l’accesso ai servizi energetici di base in Africa e altrove”.

Nei prossimi decenni il consumo di petrolio continuerà a crescere, a causa dell’aumento dei prodotti petrolchimici, della domanda del trasporto su gomma e di quello aereo. Ma soddisfare questa crescita a breve termine presuppone che debbano essere raddoppiati rispetto agli attuali livelli i progetti petroliferi convenzionali. Senza una simile ripresa degli investimenti, la produzione degli scisti statunitensi, che si è già espansa a ritmo record, dovrebbe aggiungere più di 10 milioni di barili al giorno da oggi al 2025, l’equivalente in 7 anni della fornitura globale della Russia, un’impresa storicamente senza precedenti.

Nei mercati energetici, le energie rinnovabili sono diventate la tecnologia preferita, costituendo quasi i due terzi delle aggiunte di capacità globali al 2040, grazie ai costi in calo e alle politiche governative favorevoli, trasformando, trasformando il mix energetico globale, con la quota di generazione da rinnovabili dall’attuale 25% al 40% entro il 2040, anche se il carbone rimane la fonte principale, seguito dal gas.

Questa espansione apporta grandi benefici ambientali, ma anche una nuova serie di sfide che i responsabili politici devono affrontare rapidamente. Con una maggiore variabilità delle forniture, i sistemi energetici dovranno fare della flessibilità la pietra angolare dei futuri mercati dell’elettricità per mantenere le luci accese. Il problema è di crescente urgenza in quanto i Paesi di tutto il mondo stanno rapidamente aumentando la loro quota di fotovoltaico ed eolico, con conseguenti riforme del mercato, investimenti nella rete e miglioramenti delle tecnologie di risposta alla domanda, come i contatori intelligenti e le tecnologie di stoccaggio delle batterie.

Anche i mercati dell’elettricità subiscono una eccezionale trasformazione con l’aumento della domanda, indotto dall’economia digitale, dai veicoli elettrici e da altri cambiamenti tecnologici. Come parte dell’approfondimento sull’elettricità, il WEO 2018 esamina anche l’impatto della maggiore elettrificazione nei trasporti, negli edifici e nell’industria, che determinerebbe un picco nella domanda di petrolio entro il 2030 e ridurrebbe il dannoso inquinamento atmosferico locale, ma avrebbe un impatto trascurabile sulle emissioni di carbonio, se non venissero fatti ulteriori sforzi per aumentare la quota di fonti rinnovabili e delle altre fonti energetiche a basse emissioni.

Infine, nello scenario dello Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Scenario) che descrive un approccio integrato volto al conseguimento degli obiettivi connessi all’energia dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, l’Agenzia prevede che le emissioni di globali di CO2 legate all’energia raggiungano il picco intorno al 2020 e quindi entrino in un declino forte e sostenuto, pienamente in linea con la traiettoria necessaria per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, tuttavia a maggior parte delle emissioni legate alle infrastrutture energetiche sono già “immagazzinate”. In particolare, le centrali elettriche a carbone rappresentano più di un terzo delle emissioni accumulate in atmosfera al 2040. La stragrande maggioranza di queste riguarda progetti in Asia, dove mediamente le centrali a carbone hanno solo 11 anni di età ed hanno davanti decenni di operatività, rispetto ai 40 anni di età media negli Stati Uniti e in Europa.

Abbiamo esaminato tutte le infrastrutture energetiche attuali e in costruzione in tutto il mondo, quali centrali elettriche, raffinerie, auto e camion, caldaie industriali e riscaldamenti  domestici, e abbiamo scoperto che rappresenteranno circa il 95% di tutte le emissioni consentite dagli obiettivi internazionali sul clima nei prossimi decenni – ha sottolineato Birol – Ciò significa che se il mondo è davvero seriamente intenzionato a raggiungere i suoi obiettivi climatici, allora, ad oggi, deve esserci una preferenza sistematica per gli investimenti nelle tecnologie energetiche sostenibili. Ma dobbiamo anche essere più intelligenti nel modo in cui usiamo il nostro sistema energetico esistente. Possiamo creare un margine di manovra espandendo l’utilizzo del Carbon Capture and Storage, dell’idrogeno, del miglioramento dell’efficienza energetica e, in alcuni casi, il ritiro anticipato del capitale sociale. Per avere successo, questo richiederà uno sforzo politico ed economico globale senza precedenti”.

Le conclusioni non sembrano dissimili da quanto prospettato dall’IPCC.

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