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Italia del Riciclo 2018: prosegue nel 2017 il trend in crescita

L’annuale Rapporto “Italia del Riciclo” di FISE Unicircular e FoSS conferma che il riciclo dei rifiuti è un settore di eccellenza del nostro Paese, costituendo un buon presupposto in vista del recepimento delle Direttive UE sull’economia circolare.

Il riciclo dei rifiuti si conferma vera e propria eccellenza italiana e anche nel 2017 presenta dati in crescita in quasi tutte le filiere. Le nuove Direttive Europee sull’economia circolare in fase di recepimento pongono nuovi e più avanzati obiettivi di riciclo dei rifiuti che rappresentano un’occasione positiva per la crescita del settore, ma i ritardi e le modalità inadeguate nell’affrontare la questione normativa della cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), dopo una sentenza del Consiglio di Stato, preoccupano il settore e possono ostacolarne lo sviluppo”.

Sono queste le principali evidenze emerse nel corso della presentazione dello studio annuale “L’Italia del Riciclo”, il Rapporto giunto alla nona edizione promosso e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (FoSS) e da FISE UNICIRCULAR (l’Unione Imprese Economia Circolare), l affrontati e risolti dal decisore politico. L’Italia che si appresta a recepire le nuove direttive deve, infatti, cogliere l’opportunità di affrontare la sfida dell’evoluzione e trasformazione dal riciclo di rifiuti tipico di un’economia lineare ad un compiuto sistema di economia circolare.

Il Rapporto, realizzato con la partecipazione attiva delle diverse filiere del riciclo, fornisce un quadro complessivo aggiornato sul riciclo dei rifiuti nel nostro Paese e individua le dinamiche europee e internazionali dei mercati dei materiali riciclati e le tendenze in atto, attraverso l’analisi dettagliata del contesto economico nazionale ed internazionale e ricostruisce, attraverso una specifica indagine, un’analisi delle dimensioni e delle caratteristiche quali-quantitative della movimentazione dei rifiuti che interessa l’Italia.

Ecco in sintesi i principali risultati del Rapporto

Anche nel 2017 è cresciuta la raccolta differenziata, che ha raggiunto il 55,5% (+3% rispetto al 2016), dato in perfetta sintonia con quello registrato dall’ISPRA nel suo annuale Rapporto sui Rifiuti Urbani presentato la scorsa settimana, e il riciclo dei rifiuti urbani è arrivato al 44% (+2% rispetto al 2016).

Il riciclo dei rifiuti di imballaggio ha confermato la propria crescita (8,8 milioni di tonnellate nel 2017, +3,7% sul 2016), raggiungendo il 67,5% sull’immesso al consumo, superando anzitempo l’obiettivo del 65% che la nuova direttiva indica al 2025.

Anche il riciclo delle singole filiere dei rifiuti d’imballaggio è in crescita: carta (+3,6%), plastica (+5,1%), vetro (+4,8%), legno (+3,4%), acciaio (+0,3%).

La raccolta differenziata della frazione organica nel 2017 è aumentata del 3,2% e quella dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) è in crescita del 5%.

È aumentato il tasso di riciclo degli oli minerali usati, che ha raggiunto il 45% dell’immesso a consumo ed è cresciuta anche la raccolta degli oli vegetali esausti che ha toccato le 70 mila tonnellate (+8% sul 2016).

È in crescita anche il riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione, con un tasso di recupero di materia al 76%. 

Si segnalano invece flessioni in 4 filiere:
è calato il recupero dei veicoli fuori uso (ELV) del 3%;
– si è ridotto dell’1% e anche quello del riciclo di pile e accumulatori;
– sono in contrazione i quantitativi degli imballaggi in alluminio riciclati a causa dell’aumento di utilizzo dei rottami di imballaggio come materie prime seconde e del significativo aumento delle esportazioni di imballaggio;
– forte flessione (-9%) del riciclo di materia degli pneumatici fuori uso (PFU) anche a seguito del ritardo del Decreto End of Waste, sebbene la raccolta sia cresciuta del 6% rispetto al 2016.

Il riciclo in Italia è a buoni livelli e in continua crescita  – ha affermato Edo Ronchi, Presidente della FoSS – Il recepimento del nuovo pacchetto di Direttive europee per l’economia circolare va attuato con la massima cura, coinvolgendo i soggetti interessati, affinché sia uno strumento per fare ulteriori passi avanti, evitando errori normativi che invece potrebbero causare  difficoltà e battute d’arresto. Le situazioni di crisi – dagli incendi di alcuni impianti a carenze e inefficienze nelle gestioni – che coinvolgono ancora realtà significative, a partire da Roma, possono essere affrontate facendo tesoro delle buone esperienze ormai numerose in Italia. Evitando di vedere solo l’albero che cade e non la foresta che cresce. L’Italia del Riciclo 2018 restituisce, con dati relative a tutte le filiere di riciclo significative, un’immagine di un settore dinamico che genera buoni risultati, sia ambientali, sia economici”.

Per quanto attiene import, export e la movimentazione dei rifiuti  nel 2016 (ultimi dati disponibili) i flussi si sono contratti rispetto alla precedente rilevazione (2012), rispettivamente del 2% e del 13%. In Italia sono entrati 5,7 milioni di tonnellate di rifiuti, in particolare metalli ferrosi utilizzati dall’industria manifatturiera e sono state esportate 3,5 milioni di tonnellate di rifiuti, principalmente rifiuti pericolosi per i quali evidentemente non esistono impianti di trattamento sul territorio nazionale o, nel caso di rifiuti recuperabili (che rappresentano comunque una percentuale non superiore al 10%), per i quali non vi sono sbocchi per le materie secondarie.

Va evidenziato che l’indagine registra solo le movimentazioni di materiali classificati come rifiuti, e non anche quelle di materiali che non sono rifiuti (materie prime o prodotti derivati dai rifiuti).

A livello geografico l’import si dirige principalmente verso Regioni (soprattutto del Nord-Italia) in cui è significativa la presenza di impianti di riciclo che trasformeranno i rifiuti in materia prima seconda: guida la classifica la Lombardia, con 11,7 milioni di tonnellate, seguita da Emilia-Romagna (4,3), Veneto (4,2), Piemonte (3,1), Friuli Venezia-Giulia (2,8) e Toscana (2,4).

L’export, come origine, interessa in modo particolare Regioni con un tessuto industriale radicato o caratterizzato da un’evidente carenza impiantistica anche per la gestione dei rifiuti urbani: la Lombardia si colloca in testa anche a questa speciale graduatoria (5,4 milioni di tonnellate esportate), seguita da Veneto (4 mln di tonn.), Emilia-Romagna (3,2), Lazio (3,8), Campania (3) e Piemonte (3).

L’Italia che si appresta a recepire le nuove direttive del ‘Pacchetto europeo Circular Economy’ deve cogliere l’opportunità di affrontare la sfida della transizione dal riciclo di rifiuti tipico di un’economia lineare ad un compiuto sistema di economia circolare – ha dichiarato Andrea Fluttero, Presidente di FISE UNICIRCULAR – La sfida del cambiamento di modello economico, parte dalle solide basi dell’industria del riciclo, ma è necessario che, sotto la guida ed il controllo di una ‘cabina di regia’ per le diverse filiere coinvolte, ogni anello della catena ripensi a se stesso in chiave di circolarità, dai produttori – con un’accurata ecoprogettazione – alla distribuzione, ai consumatori, per finire con ’l’anello mancante’, del post consumo, composto da logistica di ritorno, raccolta, preparazione al riuso, riuso, riciclo, creazione del mercato delle materie prime seconde, grazie ad adeguati strumenti modulabili di sostegno fiscale ed economico”.

L’intero Rapporto è scaricabile dal sito http://www.unicircular.org/ (nella sezione “Pubblicazioni” dell’area pubblica) e dal sito www.fondazionesvilupposostenibile.org.

 

 

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